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Agrigento: Inaugurata la “stanza della memoria” dedicata a Rosario Livatino. Presente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.

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E’ stata inaugurata questa sera, la stanza della memoria, dedicata a Rosario Livatino. La stanza si trova al primo piano dell’ex Palazzo di Giustizia sito in Piazza Gallo ad Agrigento, luogo dove il giudice lavorò per dieci anni come sostituto procuratore della Repubblica dal 1980 al 1990, ucciso il 21 settembre del 1990 sulla Strada Statale 640, che collega Canicattì con Agrigento, mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto, quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola. La stanza è stata ricostruita al dettaglio come era durante la vita del Giudice Livatino con gli arredi recuperati, la sua scrivania, la vecchia macchina da scrivere e la toga.

Alla cerimonia erano presenti il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, al sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, fino al consigliere del Csm, Piergiorgio Morosini. Durante la cerimonia il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, ha ricordato così: “Io ero piccola, ma ricordo bene l’estate del ’92, dopo l’uccisione di Borsellino c’era un senso diffuso di rivincita. Non si poteva accettare quella idea. Tanti hanno scelto poi di studiare giurisprudenza per cercare di contrastare la mafia per dare un segno. Il nemico è fuori, il nemico è la mafia. Bisogna continuare a dire che la mafia esiste. Ci sono dei leader politici che dicono che la mafia non esiste ma non è così. Possono distruggere la stele di Livatino e noi la ricostruiamo 101 volte. Se esiste la mafia esistono gli italiani e noi abbiamo il compito della memoria. Noi dobbiamo onorare quella memoria con la nostra attività”. – e continua – “Sono davvero felice per questa ‘stanza della memoria. Senza memoria non può esserci futuro perché solo così potremmo avere una guida più sicura e un futuro migliore. Livatino da un uomo senza paura che ha fatto il suo dovere in modo semplice, applicando la legge. Oggi ci sono tanti uomini e magistrati che lavorano in questo modo”.

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