Agrigento, Comuni, Coronavirus (COVID-19)

Agrigento, Sindaco Firetto: “La ripartenza sia lenta e condizionata”

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“La ripartenza sia lenta e condizionata a un sistema di regole che consenta: il controllo dell’epidemia con i test e con il distanziamento sociale; il tracciamento degli eventuali  positivi e la rilevazione digitale di immuni e non contagiati”.

Lo ha affermato il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto che ha poi aggiunto:

“Abbiamo affrontato il tema della ripartenza e continueremo a farlo perché, allarmati dai danni socio-economici, tutti dobbiamo concentrare le nostre energie per essere pronti alle sfide di un’economia che inevitabilmente sarà diversa.

Ma è impensabile che tutto possa tornare come prima non appena saranno allentate le restrizioni finora imposte in tutto il Paese. Intanto spero che il controllo dell’epidemia prosegua con rigore soprattutto nelle aree in cui insistono ancora importanti focolai. Spero anche che la Regione adotti criteri che consentano di proseguire il monitoraggio e il tracciamento degli arrivi nell’isola. Mi auguro che il Governo nazionale abbia la regia di questa ripresa e indichi tempi, modi e differenziazioni tra aree regionali. Oggettivamente la Lombardia non è la Sicilia in termini di contagi.

In territorio di Agrigento con ordinanza contingibile e urgente indicheremo le regole da seguire  alcune delle quali riguarderanno l’utilizzo di aree pubbliche, quali i parchi giochi, o i marciapiedi o i piazzali antistanti alcuni esercizi commerciali, al fine di consentire la fruizione o il consumo di alimenti e bevande in sicurezza.

La ripartenza sia graduale, lenta. Il nemico è ancora in agguato. Secondo gli esperti, l’epidemia potrebbe ripresentarsi in modo violento in autunno. Nei prossimi mesi la prudenza dovrà essere massima per impedire l’insorgenza di nuovi focolai, micce pericolose che come tutti sappiamo in sole due settimane hanno scatenato da un paio di casi migliaia di contagi. Ce lo dicono anche i cinesi: 10/20 contagi in 24 ore significano migliaia di casi in qualche settimana.

Dovremo ancor più fare l’abitudine a guanti e mascherine, distanziamento sociale, lavaggio corretto delle mani, utilizzo di disinfettanti, misurazione della temperatura nelle situazioni sociali o lavorative più a rischio.

Non potremo essere tranquilli finché non ci sarà un vaccino o una cura. Fino ad allora la nostra vita cambierà. Nel frattempo dovremo approfittare per riflettere su come modificare radicalmente alcune nostre abitudini in direzione della salute, della cura della persona e del rispetto della natura e dell’ambiente, riscoprendo il valore di un’esistenza più sana e solidale con una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.

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