SPECIALE: Settimana Santa Aragonese

La Settimana Santa Aragonese – “U Lavureddru”

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Lavuredda (8)Adobbi Floreali – “LAVUREDDA”: Un valore propiziatore hanno anche “lavuredda” che ancora oggi vengono collocati il Giovedì nelle Chiese del paese davanti al Sepolcro di Gesù che è preparato in ognuna di esse e il pomeriggio del Venerdì ai piedi di Cristo in croce nel Calvario. Sono piatti di grano fatti germogliare al buio, in mezzo al cotone costantemente imbevuto, e di colore biancastro per la mancanza di luce solare che non ha permesso il processo della fotosintesi clorofilliana che genera il colore verde nelle piante. Vengono posti in una base di legno o di altro materiale resistente e adornati con nastri di vario colore. I “lavura” da cui deriva il termine “lavuredda” sono, secondo la parlata locale, i campi di grano, la principale coltura della campagna aragonese. Al Dio che muore e rinasce viene offerto un piatto di grano che prima di dare i suoi frutti deve anch’esso morire e rinascere in mezzo alla terra per diventare spiga. Allo stesso mod o Cristo nella croce muore e rinasce, aprendo le porte del Paradiso e della salvezza dell’umanità dal peccato. I “lavuredda” sono senz’altro un’offerta propiziatoria che, oltre a simboleggiare Cristo nel suo morire e rinascere, mira anche a propiziare un buon raccolto. Con essa i contadini locali offrono simbolicamente a Dio quello che per loro rappresenta tutto, cioè “u lavuri” da cui deriva la loro vita e la loro esistenza. In molti, però, vedono in questa usanza che è diffusa in alcuni paesi dell’agrigentino tra cui Camastra, Castrofilippo, Sambuca e Favara un significato profano che si collega alla tradizione pre-cristiana secondo la quale si credeva che il risveglio della natura e l’arrivo della primavera fossero dovuti a qualche divinità che bisognava propiziare con l’offerta dei frutti della terra. Le derivazioni più immediate dei “lavuredda” sono i giardini di Adone e ad essi, secondo alcune interpretazioni, si collegano. Adone nella mitologia greca era un giovane di proverbiale bellezza conteso da Afrodite e Persefone, regina degli Inferi. Zeus nel risolvere la contesa tra le due dee stabilì che Adone dovesse stare quattro mesi con Persefone e quattro con Afrodite e quattro da solo sotto la protezione della dea Artemide. Adone era quindi costretto a stare prima nel regno dei morti e poi sulla terra. In suo onore ogni anno in varie città della Grecia le donne eseguivano un lamento rituale attorno ad un sepolcro appositamente preparato e adornato di fiori e dai cosiddetti “giardini di Adone”, che erano vasi in cui veniva fatto crescere il grano tenuto al buio così come i “lavuredda”. Strettamente legati ai “lavuredda” sono i mazzetti di fiori e fave verdi che le statue di San Pietro e San Paolo portano in mano durante l'”Incontro” della Domenica di Pasqua. Sono simboli che ricordano la primavera e la campagna aragonese, non solo perché sono raccolti in essa ma anche per la presenza delle fave verdi che assieme ai “lavura” costituiscono la principale coltivazione dei contadini.

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